Fallito il primo tentativo di realizzare lo stadio della AS Roma all’ex ippodromo di Tor Di Valle, complicato anche da un’inchiesta giudiziaria per presunta corruzione che ha coinvolto manager ed eletti in Campidoglio, la società giallorossa ha deciso di fare un secondo tentativo.

Dopo aver valutato alcune ipotesi la scelta è caduta nei terreni di Pietralata, sempre nel Comune di Roma.

Il 4 ottobre scorso, l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, sulle pagine del corriere dello Sport, ha voluto assicurare tutti dichiarando che questa volta “non ci saranno intoppi”.

Fonte foto: corrieredellosport.it del 04.10.2022

Tale uscita sarà stata dettata probabilmente dalla precedente esperienza circa l’odissea del precedente tentativo di Tar Di Valle.

Come spesso accede, le certezze in materia di amministrazione pubblica, spesso sono relative.

Infatti, neanche qualche giorno dalle rassicuranti dichiarazioni di Veloccia, sempre dalle colonne del giornale sportivo romano si viene a conoscenza che la commissione capitolina deputata a stilare il previsto dossier, ha comunicato che le aree deputate non appartengono tutte al Comune.

Nella seduta della Commissione, avvenuta ieri, il consigliere capitolino di Fratelli d’Italia, Federico Rocca in merito alla disponibilità delle aree dello stadio ha sollevato delle criticità: «Delle 30 particelle catastali, solo 11 risultano in possesso di Roma Capitale, 13 nelle disponibilità di terzi privati, e 6 di proprietà di persone fisiche. Le aree sono tutte già di proprietà comunale? Serve chiarezza sulla piena disponibilità delle aree». La risposta è arrivata immediatamente dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia: «Gli uffici stanno lavorando. Bisogna attendere»

Le particelle catastali possono avere dimensioni variabili e facendo un previsione ottimistica (non abbiamo i dati necessari per il calcolo) le 11 particelle in possesso del Comune di Roma potrebbero avere anche la maggioranza del totale del terreno deputato alla costruzione dello stadio ma di fatto l’amministrazione capitolina insieme alla AS Roma vorrebbero costruire un stadio e annessi su un’area di cui si possiede solo poco più di un terzo della proprietà (sempre espresso in numero di particelle catastali).

Appare evidente a tutti che i proprietari dei terreni circostanti a quelli del Comune di Roma, qualora vogliano cedere le proprie proprietà, potrebbero realizzare una forte speculazione secondo lecite leggi del mercato oppure subire degli espropri (non abbiamo i dati necessari circa la normativa vigente) con notevoli dilatazione dei tempi ma a differenza delle precedenti assicurazioni dell’assessore Veloccia gli intoppi ci sono e pensando alla passata vicenda “Tor di Valle” se fosse valido il detto “il buongiorno si vede dal mattino” come diceva Mandrake a Er Pomata nel film “Febbre da Cavallo”, sarei un tantino preoccupato.

Al momento tutta questa vicenda ci ricordano le dichiarazioni di maggio 2018 in cui Lotito dichiarò: “Farò lo stadio prima della Roma”.

Considerato l’enorme vantaggio che la AS Roma aveva accumulato nell’avanzato progetto stadio Tor Di Valle, quelle parole ci erano apparse come una battuta da tifoso ma cominciamo a pensare che quella era una previsione che sta cominciando a prendere sempre più una forma concreta e meno quella goliardica.

Fonte foto dell’articolo: calcioefinanza.it